Maderno, Mochi e gli altri scultori barocchi italiani

Le generose commissioni papali fecero di Roma una calamita per gli scultori in Italia e in tutta Europa. Decoravano chiese, piazze e, una specialità di Roma, le nuove e popolari fontane create dai Papi intorno alla città. Stefano Maderna (1576–1636), originario di Bissone in Lombardia, precedette l'opera del Bernini. Iniziò la sua carriera realizzando copie in bronzo di dimensioni ridotte di opere classiche. La sua opera principale di grandi dimensioni fu una statua di Santa Cecilia (1600, per la Chiesa di Santa Cecilia in Trastevere a Roma. Il corpo della santa giace disteso, come se fosse in un sarcofago, evocando un senso di pathos.[9] ]

Un altro importante scultore romano fu Francesco Mochi (1580–1654), nato a Montevarchi, vicino a Firenze. Realizzò una celebre statua equestre in bronzo di Alessandro Farnese per la piazza principale di Piacenza (1620-1625) e una vivida statua di Santa Veronica per la Basilica di San Pietro, così attiva che sembra sul punto di saltare dalla nicchia.[9] ]

Altri importanti scultori barocchi italiani includevano Alessandro Algardi (1598–1654), la cui prima commissione importante fu la tomba di Papa Leone XI in Vaticano. Era considerato un rivale del Bernini, sebbene il suo lavoro fosse simile nello stile. Le sue altre opere principali includevano un grande bassorilievo scolpito del leggendario incontro tra Papa Leone I e Attila l'Unno (1646–1653), in cui il Papa convinse Attila a non attaccare Roma.[10]

Lo scultore fiammingo François Duquesnoy (1597–1643) fu un'altra figura importante del barocco italiano. Era un amico del pittore Poussin ed era particolarmente noto per la sua statua di Santa Susanna a Santa Maria de Loreto a Roma e per la sua statua di Sant'Andrea (1629–1633) in Vaticano. Fu nominato scultore reale di Luigi XIII di Francia, ma morì nel 1643 durante il viaggio da Roma a Parigi.[11]

I maggiori scultori del tardo periodo includevano Niccolò Salvi (1697–1751), la cui opera più famosa fu il progetto della Fontana di Trevi (1732–1751). La fontana conteneva anche opere allegoriche di altri importanti scultori barocchi italiani, tra cui Filippo della Valle, Pietro Bracci e Giovanni Grossi. La fontana, in tutta la sua imponenza ed esuberanza, rappresentò l'atto finale dello stile barocco italiano.[12]
300px-Giambologna_raptodasabina

336px-F_Duquesnoy_San_Andrés_Vaticano

Francesco_Mochi_Santa_Verónica_1629-32_Vaticano


Orario di pubblicazione: 11 agosto 2022